Hidari | |||||
Debutto | |||||
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Informazioni | |||||
Sesso | Maschio | ||||
Specie | Macchie degli Artigli | ||||
Abilità Innata | |||||
Famiglia | |||||
Famiglia | Decacoda (corpo originale) Code (creatore) Sasuke Uchiha (fonte di chakra) Jura (rameto) Matsuri (rameto) Albero Divino di Bug (rameto) | ||||
Alterazioni delle Proprietà | |||||
Elementi | |||||
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Hidari (左) è un Albero Divino evoluto e senziente, creato dal Decacoda di Code dopo che una delle sue Macchie degli Artigli ha mangiato Sasuke Uchiha e si è trasformato in un albero, assumendo così il suo aspetto.
Appearance[]
Hidari assomiglia molto a Sasuke Uchiha e ne condivide la statura e il fisico, ma è privo di sopracciglia e capelli. Come gli altri Alberi Divini senzienti, indossa abiti realizzati con le Macchie degli Artigli, tra cui un lungo mantello nero borchiato con un cappuccio tagliato e drappeggiato sull'occhio sinistro per ricordare la frangia di Sasuke. Indossa anche pantaloni neri larghi e oversize e un parabraccio nero borchiato sull'avambraccio sinistro. Sebbene per il resto sembri umano, possiede un paio di Rinnegan e piedi tridattili simili a quelli delle Macchie degli Artigli.
Personalità[]
Rispetto agli altri senzienti Alberi Divini, Hidari è taciturno e si esprime raramente, sentendosi il più incerto sulla propria identità. Poiché è stato creato dal chakra di Sasuke, la sua identità individuale appena formata è plasmata dalle emozioni e dai legami di Sasuke. I suoi sentimenti sono particolarmente stimolati dal pensiero della figlia di Sasuke, Sarada Uchiha, e come risultato del suo istinto di consumare il chakra, alterato dalla sua evoluzione, ha scelto lei come bersaglio che desidera divorare.
Nuova Era: Seconda Parte[]
Saga del ritorno di Boruto[]
Quando Boruto Uzumaki ha seguito Code nella dimensione dove si trovava il Decacoda, ciò che rimaneva di quest'ultimo improvvisamente scomparve. Pochi istanti dopo, una creatura simile a Bug appare e attacca Boruto, il quale spiega che la creatura è un Albero Divino, evolutosi in una nuova forma a causa delle modifiche di Code.
Hidari apparve poco dopo insieme ad altri due Alberi Divini evoluti, Matsuri e il loro apparente leader, Jura, che spiegarono di aver ottenuto una coscienza. Hidari rimase in silenzio, ma attirò l'attenzione di Boruto, che lo guardò con rabbia e si preparò a combattere. Hidari è quindi apparso rapidamente alle spalle di Boruto con una Macchia degli Artigli e ha tentato di colpirlo con il braccio destro trasformato in lama, proseguendo con un Mille Falchi che Boruto ha neutralizzato con un Rasengan.
Dopo la ritirata di Boruto e Code, Jura dichiarò che la loro curiosità appena risvegliata stava temporaneamente sopraffacendo il loro istinto di divorare, ma che Boruto non sarebbe riuscito a sfuggire al suo destino. In seguito, Hidari si unì agli altri Alberi Divini nella loro base sotto le radici di un albero gigante, dove discussero delle loro identità individuali appena sviluppate e delle emozioni che le stimolavano, che stavano producendo voglie che non riuscivano a spiegare. Hidari rimase in gran parte in silenzio, ponendo una domanda sulla loro esistenza. In risposta, Jura suggerì che sarebbero stati definiti dalle loro azioni e che avrebbero dovuto seguire il loro istinto e scegliere i bersagli da divorare, credendo che ciò li avrebbe illuminati sulla loro vera natura. Pochi istanti dopo Hidari decise che il suo bersaglio sarebbe stato Sarada Uchiha, mentre Jura lodava la scelta.
Abilità[]
Hidari possiede una velocità e una forza eccezionali, in grado di muoversi rapidamente attraverso le Macchie degli Artigli, tanto che Boruto Uzumaki e Code riescono a malapena a reagire in tempo, e sembra che possa usare le tecniche di Sasuke, compreso il Mille Falchi. Ha anche la capacità di trasformare l'avambraccio destro in una lama ricurva.
Curiosità[]
- Hidari (左) significa "sinistra". Questo richiama diverse similarità con la sua fonte di chakra, Sasuke Uchiha, in quanto era mancino, una reincarnazione di Indra Otsutsuki. Il lato sinistro rappresenta il male, l'oscurità e la malvagità in molte religioni e culture.